Gli accessori di zio Peppino Pellegrino
Gli accessori di zio Peppino Pellegrino
Tra le foto familiari che ci sono state tramandate, l’antenato più glamour è senz’altro Guglielmo Mingo figlio di Diomede, giovanotto sorridente con la fossetta al mento, splendido nella divisa da bersagliere con cappello e spadino, ritratto in studio su sfondo di finta natura e colonne doriche.
La vita tempererà duramente il suo entusiasmo giovanile, infliggendogli la prigionia e la perdita del fratello maggiore nella prima guerra mondiale e dure responsabilità nella seconda. Ma nella foto è pimpante e apparentemente felice di lanciarsi nella mischia.
Gli altri antenati Mingo sono in genere impettiti e fieri, vestiti dignitosamente ma senza sfoggio di lusso; quando possono mostrano distintivi e medaglie, espressione tangibile del loro engagement ideologico per i nuovi ideali e dei riconoscimenti ottenuti per le loro azioni.
I Montesanto sono decisamente meno patriottici e più rurali, uomini pratici, orgogliosi della loro condizione proprietaria (il trisnonno Salvatore ripreso successivamente con due giacche diverse…), mentre i Pellegrino hanno nell’abbigliamento un tocco di dandysmo più cittadino: l’orologio nel panciotto, le scarpe fini e lucide…
Il bisnonno Francesco è un giusto compendio tra le due famiglie di origine, si veste con la semplicità agreste dei Montesanto e la distaccata eleganza dei Pellegrino; nella posa del suo autoritratto la messa in scena, se ve n’è una, sembra voler trasmettere un messaggio di riservatezza, serenità, in cui poca importanza è data alla ricerca della gloria o al vano apparire, in un epicureo distacco dalle passioni.
L’apparire sembra essere invece quanto più conta per Peppino, suo figlio più giovane e fratello minore della nonna Margherita. Stirato, inamidato, pettinato, si pavoneggia in un tripudio di accessori, che andiamo pazientemente a scovare nelle sue diverse immagini: una fibbia lavorata per chiudere la mantellina, un motivo floreale sulla cravatta, un anello con una pietra all’anulare destro, i calzini a righe… a un certo punto gli ornamenti che si possono indossare non gli bastano più, è un intero aereo che gli è necessario per esaltare il suo narcisismo; realizza forse in quella stessa occasione che il territorio natio è uno scenario troppo angusto per le sue ambizioni, e sceglie di lanciarsi negli spazi transoceanici.
Nella foto in tenuta da pilota ha già non uno ma due anelli alla mano sinistra, che scintillano mentre con presa sicura impugna la cloche di comando: preludio forse ad una condizione di bigamia che lo indurrà a far perdere le sue tracce poco dopo l’arrivo nel Nuovo Mondo…
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