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Se ci fosse un Santo Mingo

Le inchieste dell’ispettrice Menegaux/2

Se ci fosse un Santo Mingo


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Se ci fosse un Santo Mingo avrei conferma dell’esistenza di un altro ramo nordamericano della mia famiglia.

Per via intuitiva.

Sul sito di ancestry c’è una Mingo Clara Salvatrice, nata nel 1881 e emigrata in America da ragazza o da bambina, sposata a sedici anni a New York con Mariano Mistretta, da cui ebbe una decina di figli.

Salvatrice risulta nata in Sicilia, a Palermo.

All’inizio ho pensato a un nome mal trascritto, a una finta omonimia. I Mingo in Sicilia sono pochissimi, tutti in provincia di Siracusa.

Ho anche provato a contattare uno dei discendenti, responsabile di uno dei numerosi alberi in cui Salvatrice figura come antenata, per chiedergli se ha notizia del nome dei suoi genitori.

Ma niente.

(in compenso ho provato l’ebbrezza di corrispondere in inglese, lingua a me ostica, con un veterano del Vietnam, appunto il marito di una delle discendenti di Salvatrice).

Quindi l’ho dimenticata per un po’.

Poi il colpo di scena, inaspettato, dal centro genealogico dei mormoni.

Ho già detto che sono tranquilli, i mormoni, che condividiamo questa ossessione per gli antenati, che per loro è un dovere religioso, per me un’impellenza sotto un’altra forma, fatto sta che hanno molto materiale e sanno come accedere ai documenti.

Ho chiesto di fare ricerche sul mio bisnonno Matteo e sui suoi otto fratelli e sorelle, tutti nati a Noto da Corrado Mingo (nato a Noto nel 1804) e Gioacchina Monteforte (nata a Siracusa nel 1809).

Ma a Noto Matteo Mingo non c’è, risulta nato a Siracusa.

E a Noto non risulta il matrimonio dei suoi genitori, ma quello di Corrado Mingo e Serafina Bordonali, sposati nel 1827, lui 23 anni, lei 18.

Corrado risulta figlio del fu Matteo Mingo e di Giuseppa Baronello. I miei quadrisavoli.

Serafina risulta figlia di Santo Bordonali e di Salvatrice Mecca.

Il bisnonno Matteo, primogenito di Corrado Mingo e Gioacchina Monteforte, era nato nel 1833.

Non ci sono un miliardo di Mingo a Noto.

Quel Corrado nato nel 1804 è sempre lui, il mio trisnonno, e suo padre Matteo nato presumibilmente verso il 1780 e già defunto nel 1827 è sempre lui, il mio quadrisavolo.

Ergo, il mio trisnonno si è sposato due volte.

La prima nel 1827 con Serafina appena diciottenne.

La seconda nel 1830 con Gioacchina, mia trisnonna. E nel 1831 è nata la primogenita Agnese, sorella maggiore del bisnonno Matteo.

Che cosa è successo tra il 1827 e il 1830?

Probabilmente Serafina si è ammalata ed è morta. E il trisnonno si è risposato.

Fin qui al limite nulla di strano, a quell’epoca accadeva di morire, di restare vedovi e di risposarsi.

Ma perché non c’è nessuna traccia di tutto ciò nella memoria familiare?

E se Serafina fosse morta per cause indicibili? di morte violenta, o impazzita, o suicida in un pozzo?

E se fosse morta di parto?

Se ci fosse un primo figlio abbandonato, trascurato o nascosto del trisnonno Corrado? (o anche più di uno…)

In quel caso questo Fantamingo sarebbe nato tra il 1828 e il 1830 e, visto che la memoria familiare non ne parla, sarebbe stato allevato dalla famiglia materna: nonno Santo e nonna Salvatrice.

E cosa c’è di più naturale che dare alla propria figlia il nome di una nonna adorata che ha saputo sostituire una madre troppo presto scomparsa?

Così Salvatrice Mingo. Figlia di Santo Mingo, perché il bambino rifiutato dal padre, che non voleva o non poteva occuparsene, era stato chiamato come il nonno materno.

Siamo nel campo della supposizione, continuiamo a immaginare.

Perché a Palermo? I Bordonali si trasferirono. Oppure i documenti riportano Palermo perché la nave era partita da lì, l’importante è che stiamo parlando di una Mingo nata in Sicilia.

Perché 1881, cioè nata da un padre più che cinquantenne?

Non è impossibile, c’è chi si sposa tardi.

Può darsi che la vera data di nascita di Salvatrice sia antecedente. Sui documenti dell’epoca c’era una certa approssimazione, e poi magari per emigrare in America era condizione preferenziale essere minorenni. Forse i piccoli erano accettati più facilmente.

Salvatrice era forte, ha avuto dieci figli ed è morta nel 1960. Magari quando è morta invece di settantanove anni ne aveva ottantacinque o novanta.

Del matrimonio del trisnonno Corrado con Gioacchina non c’è traccia a Noto; si saranno probabilmente sposati a Siracusa (dove ci sono ancora oggi dei Monteforte).

Il bisnonno Matteo e la sorella maggiore Agnese sono nati a Siracusa, dove Gioacchina poteva contare sull’aiuto della propria famiglia.

Ma è certo che storicamente i Mingo risiedono a Noto: tra i fratelli di Matteo visse a Noto l’agronomo Diomede, sindaco della cittadina nel 1917, studioso e finanziatore a distanza del progetto “Colonia Trinacria” in Paraguay; come visse a Noto il fratello Teodoro, ingegnere, che fu preside dell’Istituto Raeli dal 1907 al 1923.

Nulla so delle sorelle Agnese e Gaudenzia, se si siano sposate e che cosa abbiano fatto nella vita. Mi interesserebbe arricchire la ricerca, purtroppo quasi sempre al maschile, con uno spaccato sull’intelligenza femminile minghesca. Anche le due figlie femmine di Diomede, Bianca e Nerina, quest’ultima sposata con un certo Italo de Feo (solo un omonimo del famoso intellettuale), se avessero dei discendenti mi piacerebbe contattarli, è un cognome ancora relativamente raro (mentre i Lopresti, discendenti dei Pellegrino dall’altro lato dell’albero, sono una schiera: più di un migliaio solo a Catania! Come dire un ago nel pagliaio…).

Poi c’è Salvatore, omonimo di un cugino, il cui caso tratterò a parte, perché l’omonimia inserisce nuovi elementi di ambiguità. Uno dei due si sposò con Rosina Arancio da cui nacque Franzo, che si trasferì nell’Italia del Nord dando origine a un altro ramo (quel Corrado Mingo nato a Domodossola o a Vimercate che ha cercato di ritrovare i suoi avi, ma è morto prima che le sue radici ritornassero a lui sotto la forma della petulante insistenza dell’ispettrice Isabelle Menegaux, indagatrice caterpillar e Grande Spam Universale della Genealogia).

Poi c’è Giuseppe detto Peppino, forse un omaggio alla nonna Giuseppa Baronello, sposato con Dorotea e anche lui padre di un Corrado.

Poi Ottavio, frate domenicano alquanto intemperante – ma l’importante è che i panni sporchi si siano lavati in famiglia.

Infine il bisnonno Matteo, a cui dedicherò un capitolo a parte.

Mi giunge dall’America una foto di Salvatrice Mingo ai primi del 1900 con marito e figli.

I dieci ragazzi Mistretta, un piccolo spaccato di di Little Italy. Bellezze dal fascino meridionale con cui ho forse un po’ di sangue in comune.

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Non so se siamo davvero parenti, ma ogni tanto è bello inseguire un sogno, e allora pubblico anche la loro foto nel mio blog.