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Cristoforo Montesanto che sopravvisse a se stesso

Cristoforo Montesanto che sopravvisse a se stesso

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Ho visto la lapide e l’ho fotografata, non ci possono essere dubbi: il mio pro-prozio Cristoforo Montesanto è nato nel 1856 ed è morto nel 1945, quasi novantenne. La sua leggendaria energia gli è valsa mezzo secolo di dominio incontrastato sull’Etna. Fino al 1938-39 accompagnava anche due gruppi al giorno sul vulcano, cioè faceva la strada quattro volte, due a salire e due a scendere.

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Ma dall’archivio di Catania mi è arrivato il suo certificato di nascita, insieme a quelli della sorella Lorenza, mia bisnonna, e del fratello Giuseppe, sacerdote, morto in giovane età.

Dal certificato Cristoforo risulta nato sei anni prima, nel 1850.

A volte, si sa, ci sono errori nella trascrizione, o ritardi nella denuncia della nascita di un neonato.

Non è infrequente il caso di bambini dichiarati anche parecchi mesi dopo la nascita.

Ma dichiarare un neonato sei anni prima non credo che sia possibile.

Un bluff di Salvatore e Maria Stella? Il certificato attesta: ci è stato presentato/ secondoché abbiamo ocularmente riconosciuto/ un neonato. I genitori decidono di dare allo infante il nome di Cristofalo. E accanto, nella parte riservata al battesimo, il bambino è registrato come Barbagallo (cognome della madre) come sulla tomba.

Un primogenito omonimo morto prima di lui? No, perché il primogenito era Giuseppe, nato nel 1847.

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Un altro Cristoforo defunto da piccolo? All’archivio non ce n’è traccia.

Un errore nella trascrizione dell’anno? No, perché l’età dei genitori corrisponde. Anche confrontando con gli altri certificati, quelli dei fratelli.

Resta da capire che cosa abbia spinto Cristoforo ad abbassarsi l’età. Un indizio arriva dal sito del Cai di Catania:

“nel 1927, a 71 anni, ben oltre i consueti limiti di età, a causa della vigoria del personaggio, Cristoforo Montesanto cede il posto di capo delle guide ad Alfio Barbagallo, che lo aveva affiancato dai 65 anni in poi, età in cui in genere le guide vanno in pensione”

Aggiungendo sei anni scopriamo che l’imponente e irascibile normanno è stato capo delle guide fino a 77 anni.

L’inossidabile Cristoforo…

Uscendo dal cimitero converso con un signore che vende i fiori. Si chiama Di Stefano e mi racconta di essere stato un campione sportivo, ciclista e maratoneta. Quale luogo migliore di Nicolosi, con tutte quelle strade in salita verso il vulcano, per allenarsi a uno sport di resistenza?

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Gli espongo i motivi della mia visita, il ritrovamento dei miei avi Montesanto, e lui mi dice di averlo conosciuto il Cristoforo, alto e rosso di capelli, lo sguardo fiammeggiante. Se lo ricorda in campagna, durante le raccolte, quando i ragazzini del luogo davano una mano per le olive. Un uomo dalla forte personalità, autoritario…

Chiedo al sig. Di Stefano quanti anni ha, mi risponde che è del 1945.

Anno in cui Cristoforo Montesanto decedeva.

Gli dico che non è possibile che lo abbia conosciuto, è morto l’anno della sua nascita.

Insiste, dice che se lo ricorda, che era un personaggio indimenticabile.

Memoria filogenetica?

Presenza diabolica che sopravvive al proprio trapasso corporeo?

Sul pullman per Catania medito sul segreto di quest’avo leggendario, la cui presenza continua ad aleggiare sui luoghi settant’anni dopo la sua scomparsa.

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