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Psicogenealogia selvaggia 3/ Questa volta la storia comincia dalla quinta generazione

Mingo – Baronello – Monteforte – Bongiovanni

(Ambrosoni – Tavana – Cassone – Cordone – Palmeri)

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MATTEO GIUSEPPA

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Questa volta la storia comincia dalla quinta generazione, dal breve incontro tra Matteo Mingo e Giuseppa Baronello (o Baroncello), che si sposano a Noto nel 1803.

Lui ha 35 anni, lei 15.

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(+MATTEO) GIUSEPPA

CORRADO (ANTONINO?)

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Dopo tre anni Matteo muore, lasciando Corrado che ha 1 anno e ½ e la moglie Giuseppa diciottenne.

A Noto risulta anche un Antonino Mingo, nato nel 1805, che potrebbe essere un secondo figlio di Matteo e Giuseppa, e che avrebbe pochi mesi al momento della morte del padre. Sposato con Felicia Meli, ha due figli: Salvatore e Francesco, o Franzo.

Probabilmente discendono da lui i Mingo di Rosolini.

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(+MATTEO) (GIUSEPPA?)

CORRADO (+SERAFINA?)

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Non conosciamo le condizioni economiche della famiglia di Giuseppa né se Corrado avesse altri parenti, uno zio, un tutore; era certamente alfabetizzato e aveva fatto degli studi: nella memoria familiare lavorava come funzionario. Sui fogli matricolari dei suoi figli, alla voce “professione del padre” c’è scritto “delegato di P.S.”

Corrado si sposa a 23 anni nel 1827 con Serafina Bordonali, o Bordonaro, diciannovenne.

Serafina non è la mia trisnonna.

Tre anni dopo, Corrado si risposa, questa volta con la mia trisnonna.

Probabilmente Serafina è morta dopo un anno o due di matrimonio.

Non si sa se siano nati dei figli.

Non si sa se Giuseppa nel frattempo sia ancora viva.

SALVATORE GIUSEPPA CARLO MARIA

GIUSEPPE MARIANNA

(+SERAFINA?) CORRADO TINA (GIOACCHINA)

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Dopo la probabile morte di Serafina, nel 1830 Corrado si sposa con Tina (Gioacchina o Gioachina) Monteforte.

Lui ha 26 anni, lei 20.

I suoi antenati, forse proprietari terrieri: Gozzo, De Franchi o De Franchis, Santuccio.

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CORRADO TINA

AGNESE MATTEO GAUDENZIA OTTAVIO SALVATORE

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Nell’arco di 18 anni la coppia avrà 9 figli.

Nel decennio dal 1831 al 1840 nascono i primi 5, due femmine, Agnese e Gaudenzia, e tre maschi: Matteo, il mio bisnonno, che diventerà carabiniere, Ottavio, frate domenicano, e Salvatore, che probabilmente partirà per cercare lavoro (di lui non ci sono notizie a Noto – dal foglio matricolare risulterebbe morto dopo la chiamata alle armi, ma il documento è poco leggibile e non c’è nessuna indicazione rispetto alla data).

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CORRADO TINA

(GIUSEPPA) DIOMEDE GIUSEPPE TEODORO

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Dal 1842 al 1849 nascono altri 4 figli, la piccola Giuseppa che morirà infante, Diomede che sarà uno studioso, Giuseppe (Peppino) di cui ignoriamo il mestiere e Teodoro che sarà ingegnere e preside.

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CORRADO TINA

MATTEO CROCIFISSA

C.CORRADO CARLO ENRICO

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Per i primi cinque figli, abbiamo notizia certa solo del matrimonio di Matteo, il carabiniere, che sposa Crocifissa Florio Bongiovanni intorno al 1868.

Il luogo e la data del matrimonio sono imprecisati: Matteo cambia spesso residenza per lavoro.

In 20 anni avranno 5 figli. I primi tre nasceranno tra Favara e Termini Imerese dal 1870 al 1874: C. Corrado, Carlo e Enrico.

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CORRADO TINA

MATTEO CROCIFISSA

C. CORRADO CARLO ENRICO (?) NICOLO’ LUCIA

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Dopo più di 10 anni nascono gli ultimi 2 figli, Nicolò nel 1885 a Piazza Armerina e Lucia nel 1888 a Siracusa.

Non sappiamo se in questi 10 anni sia nato e morto qualche altro figlio tra Enrico e Nicolò.

Eccetto per qualche proprietà familiare della madre Crocifissa, originaria di Cammarata – San Giovanni Gemini in provincia di Agrigento, i Mingo vivono – secondo la definizione del nonno Nicolò – in povertà francescana. I fratelli maggiori studiano e contemplano la possibilità di emigrare, per migliorare il proprio tenore di vita e accedere alla proprietà (della casa, della terra). La famiglia è dal 1890 circa a Catania, dove Corrado, Carlo e poi Enrico frequentano l’università. Circola a casa loro una grammatica araba, si coltiva la speranza coloniale.

Nel 1898, quando Nicolò ha 13 anni e sua sorella Lucia 10, i due fratelli più grandi emigrano in Paraguay. Non sappiamo se la partenza sia coincisa con il pensionamento ( a 65 anni?) di Matteo, che potrebbe aver fornito denaro per aiutare i figli nell’impresa: la fondazione della Colonia Trinacria, con l’assegnazione di terre agli emigranti previo pagamento di lire cento ciascuno, con cui si aveva il diritto di ottenere un appezzamento.

Enrico da parte sua diventa ufficiale medico, viaggia per le colonie (Libia ecc.), per poi continuare la sua carriera in Italia durante la prima guerra mondiale e infine a Roma all’ospedale militare del Celio.

In Sicilia restano solo Matteo e Crocifissa con i figli più giovani, Nicolò e Lucia.

Nel 1907 muore Matteo. Non so se sua moglie abbia diritto a una pensione e di che entità. Abitano in case in affitto, ne hanno già cambiate parecchie. Nicolò ha 22 anni; i fratelli maggiori sono emigrati; il fratello Enrico, che ha 33 anni, è una forte figura di sostegno, ma non vive più in Sicilia.

Nicolò è un giovane studente di farmacia che sta completando i suoi studi; ha molte aspirazioni, ma non ha una base economica per realizzarle.

I Mingo posseggono come unico bene la loro intelligenza e la loro cultura.

Con queste il nonno conquista la nonna nel 1910.

In quell’anno, lui e la sorella Lucia risultano iscritti all’Associazione Cattolica Femminile di Catania, una pia opera di beneficenza di stampo sociale; nella lista sul bollettino annuale il loro indirizzo è via Redentore 4, la stessa strada dove abita la nonna Margherita Pellegrino, con la madre Lorenza che morirà due anni dopo e con la sorella e il fratello più piccoli: Maria Stella e Peppino. Il padre, Francesco, è morto prematuramente nel 1904.

E’ probabile che Nicolò e Margherita si siano incontrati lì.

(+GIUSEPPA) DIOMEDE GIUSEPPE TEODORO

Che cosa accade intanto agli altri 4 fratelli di Matteo?

La piccola Giuseppa muore; dei 3 maschi, anche Giuseppe non avrà una vita felice. Vittima di un consiglio familiare a porte chiuse o di una subdola trama di Ottavio, viene indotto a sposarsi per coprire una mancanza del fratello e salvare l’onore della famiglia.

I due maschi che seguono in ordine di nascita questi due agnelli sacrificali sono Diomede e Teodoro: Diomede, una figura di studioso come mio padre Archimede, anche lui nato dopo una sorella/fratello morto, più riflessivo rispetto agli altri fratelli, più carismatico, orgoglioso ma non completamente centrato su se stesso.

Teodoro sembra invece più proteso verso la gloria terrena, accumula titoli, fa costruire la cappella di famiglia.

E’ il più giovane, ha visto fagocitare Giuseppe che lo precedeva nella fratria, sacrificato a esigenze familiari, lui si è salvato – troppo giovane – forse per questo dichiara di essere nato 5 anni dopo? Oppure è un secondo ed ultimo Teodoro che ha fagocitato il primo, morto in fasce – come sembra aver fatto anche Cristoforo Montesanto a Nicolosi?

(o semplicemente entrambi preferiscono dichiararsi più giovani per continuare a lavorare, a essere presenti nella vita sociale?)

Sui Mingo non ci sono molte notizie, i discendenti in Sicilia sono rari e quasi tutti da rami femminili, con altri cognomi. Si può solo procedere per congetture.

Diomede non si cura molto dei beni, gira l’Italia per lavoro e sparge i suoi figli un po’ qua un po’ là; sembrano come lui spiriti liberi.

Teodoro è più previdente, più legato alla vita locale; finché è in vita, mantiene la famiglia unita.

Diomede è uno zio giovane per i figli di Matteo, meno di 25 anni lo separano dai primi due nipoti, e anche con Enrico e Nicolò ci sarà scambio e contatto. Diomede finanzia e dà consigli, procura pubblicazioni scientifiche.

Di Teodoro non c’è traccia nella corrispondenza della mia famiglia. Troppo giovane? Negli anni in cui era preside (dal 1908 fino al 1923 circa) non avrebbe potuto fare qualcosa per il nipote Nicolò?

Era disonorevole e Nicolò non l’ha mai chiesto?

Nicolò l’ha chiesto ed è stato respinto (e ha litigato?).

Nicolò per fugare ogni dubbio sulla sua specchiata integrità e sul suo valore intrinseco ha deciso di partire, per farcela con le sue forze (e con il denaro della nonna, of course)?

O forse Teodoro l’ha aiutato, il nonno il posto a Trapani l’ha avuto anche grazie a lui, è stata una chance, più vicino non c’era niente, ma poi lui l’ha perso con la sua puntigliosità nel litigio e una certa – se così posso dire, dalle lettere infervorate e contorte che inviava agli ispettori per un minimo oltraggio -, paranoia, di quelle che un tempo avrebbero spinto i focosi avversari a sfidarsi a duello, e che in un’epoca meno sanguinolenta si limitò a causargli continui cambiamenti di città e di domicilio.

Al cimitero di Noto, oltre alle tombe dei trisnonni Corrado Mingo e Gioacchina Monteforte, ci sono quelle di Diomede e di Teodoro, fratelli del bisnonno Matteo.

Consultando i registri del cimitero ho potuto ricostruire i libretti di famiglia di Diomede e Teodoro: i loro figli erano cugini del nonno Nicolò, i figli dei figli erano cugini “di secondo grado” (cioè in realtà di sesto grado) di mio padre, di zio Enrico e dei loro fratelli e sorelle.

Non so se ci siano, sparsi per l’Italia, dei discendenti dei Mingo di Noto che conservano il cognome; in Sicilia ci devono essere dei Palmeri, dei Cordone, dei Cassone, dei De Feo che hanno una nonna o una madre Mingo, e forse anche qualche discendente di Agnese e di Gaudenzia, che avrà quindi una bisnonna o una trisnonna Mingo; tutti hanno dei trisavoli e quadrisavoli in comune tra loro e con noi, il capostipite Matteo Mingo nato nel 1768 e la quadrisavola Giuseppa Baronello, poi i trisavoli Corrado Mingo nato nel 1804 e Gioacchina Monteforte nata nel 1809.

Figli di Diomede Mingo e Clorinda Ambrosoni:

Gemma 1877-1964 (non sappiamo se fosse sposata);

Corrado, capitano dei mitraglieri, nato intorno al 1880, morto nel 1917 in guerra (sepolto in un vallone nel Carso);

Achille, ispettore di polizia, 1882-1960, sposato, una figlia, Alma 1927-2007, sposata con Michele Palmeri; di Alma ho visto la foto al cimitero, ha un’aria per me molto familiare, una grande somiglianza con zia Maria e zia Laura, di cui era coetanea e cugina, un aspetto solare. Mi piacerebbe contattare i suoi figli, scambiare con loro qualche ricordo di famiglia;

(Agnese Ida) Bianca 1885-1957, sposata tardi, senza figli;

Nerina 1887 circa- ?, sposata con Italo De Feo, figli?;

Guglielmo, ufficiale dei bersaglieri, probabilmente nato intorno al 1890, ha combattuto anche nella 2a guerra mondiale, non sposato? Viveva nel Nord Italia, credo a Torino.

Figli di Teodoro Mingo e Mariannina Tavana:

Maria, 1886-1970, non sposata;

Anna 1889-1966 sposata con Gino Cassone, medico;

Corrado 1897-1920, non sposato, morto nelle colonie per una malattia tropicale;

Tina 1902-1992, sposata con Giuseppe Cordone;

Umberto, non sposato, 1905-1969.

E qui mi fermo, perché devo tornare al mio ramo, quello dei Pellegrino-Mingo, che dalla Sicilia peregrinò ramingo per approdare nella città partenopea; ma il pennacchio del Vesuvio non riuscì mai a far sfumare dal cuore dei suoi discendenti il ricordo del paradiso perduto e gli ardori della lava dell’Etna.

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