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Psicogenealogia selvaggia/1 (Pellegrino, Rapisarda, Montesanto)

Pellegrino, Rapisarda, Montesanto

Ciccio il sognatore e il fantasma della Maddalena

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Dopo vari tentativi per esprimere dei contenuti che mi travagliano rispetto a una parte della mia storia familiare mi rendo conto di non riuscire a trovare uno stile, un tono per affrontare l’argomento in modo ironico o “letterario”, quindi scelgo di abbordarlo da un punto di vista psicogenealogico.

Premetto che non sono una specialista, che ho letto un paio di testi teorici di riferimento e che procedo per ricerca e per esigenza personale, sempre nell’ambito della mia storia familiare.

Ma visto che non ho i titoli per parlare in modo scientifico e che potrò anche dire qualche sciocchezza la mia sarà una psicogenealogia selvaggia, che servirà soprattutto a me per tirare fuori dei contenuti finora inespressi.

La memoria familiare mi ha tramandato una certa storia rispetto al matrimonio dei miei bisnonni Pellegrino-Montesanto, che erano cugini tra loro.

Dall’analisi dei documenti di stato civile e di qualche testimonianza verbale questa storia si è rivelata abbastanza diversa, nelle forme e nelle conseguenze che ha avuto sui suoi protagonisti.

I dati iniziali parlano di un cugino e una cugina quasi coetanei, che decidono di sposarsi.

Nell’unica foto che mi è pervenuta del trisnonno Giuseppe Pellegrino con la trisnonna Margherita Montesanto si vede un uomo giovane, elegante, dai lineamenti fini, barba e capelli neri, accanto ad una signora più matura, sicuramente meno bella di lui (ma ingrandendo la foto si scopre che ha degli occhi chiari molto ingenui, gli stessi della nonna Margherita, che possono attrarre), in atteggiamento protettivo.

Scoprirò dai documenti che la sposa aveva solo otto anni in meno della la madre dello sposo, che si era invece sposata molto giovane.

Nella foto il trisnonno Giuseppe sembra felice di continuare a farsi proteggere da una donna matura, una sorta di sorella maggiore.

La coppia ha due figli, Domenico nato nel 1856 e Francesco nato nel 1860.

Il figlio più giovane della coppia, Francesco Pellegrino, sposerà la cugina Lorenza Montesanto.

Francesco è cugino di Lorenza da parte di madre, poiché il padre di Lorenza, Salvatore Montesanto, è fratello di sua madre Margherita Montesanto.

Nella storia familiare l’alleanza matrimoniale tra i miei bisnonni Francesco Pellegrino e Lorenza Montesanto viene presentata come un evento semplice e lineare: quasi coetanei, nati nel 1859-1860, i due cugini si incontrano ogni estate nella casa di Nicolosi e sboccia tra loro la passione, che li porterà all’altare nel 1888.

Ma dai documenti dello stato civile di Catania scopro che Lorenza è nata in realtà nel 1849, che ci sono quindi più di undici anni di differenza tra lei e il marito. Dunque lo scenario è completamente diverso. Un cuginetto nato molti anni dopo di lei, che Lorenza forse avrà aiutato a fare i primi passi da bambino, o a cui avrà cambiato il pannolino… Un matrimonio celebrato a quasi quarant’anni…

Il tutto merita riflessione.

A Nicolosi il prozio Cristoforo Montesanto, fratello di Lorenza, aveva un atteggiamento inflessibile nella gestione della proprietà familiare. L’eredità spettava al primogenito maschio, per non frazionare la proprietà; le figlie femmine erano scoraggiate dal contrarre matrimonio, per evitare di dover fornire una dote: le sue figlie, cugine di mia nonna, rimasero nubili per questo motivo.

Comincio a pensare che la scelta di far sposare Lorenza con il cugino sia stata spinta da necessità familiari, dal desiderio di non disperdere il patrimonio; a cui Francesco si è piegato di buon grado avendo a sua volta l’esempio di suo padre, felice di aver sposato a suo tempo una donna di quasi dieci anni più anziana: di nuovo un giovane di 28 anni che sposa una donna quasi quarantenne, di nuovo un Pellegrino che sposa una Montesanto.

Bisogna dire che, a differenza della zia Margherita, Lorenza mantiene nelle foto un aspetto piuttosto giovanile; all’apparenza non sembra molto più anziana del marito.

Anche il matrimonio tardivo di Margherita Montesanto mi sembra mosso da motivi simili, ma poi scopro che in realtà era vedova di un primo marito. Penso comunque a un’alleanza tra proprietari terrieri, i Pellegrino erano proprietari a Mascalucia e a Nicolosi, persone fini, discendevano probabilmente da una branca collaterale dei baroni di San Dimitri con feudo in Lentini. Il quadrisavolo Giovanni Pellegrino, nato nel 1789, era alfabetizzato, nell’atto di matrimonio di Giuseppe e Margherita c’è la sua firma.

Mentre “la sposa e essa madre han dichiarato non saper scrivere”.

Quindi questi Pellegrino si piegano di buon grado alle convenzioni sociali e agli imperativi familiari, purché li si lasci liberi di svolgere le loro attività ludiche e creative. Francesco è fotografo dilettante, uno che ama restituire l’immagine, per lui conservare il ricordo è importante, perché?

La mia ricerca comincia da qui.