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1 Nicolosi con immagini

Nicolosi, 21 luglio 2010

Dopo aver messo in valigia il Nume Tutelare sotto forma di foto b/n in cornice ikea abete grezzo del mio antenato più antico, il più antico di cui ci sia un’immagine intendo, Salvatore Montesanto nato a Nicolosi nel 1811, che mi proteggerà durante questo tour genealogico, m’imbarco per Catania su volo Air Italy.

Salvatore è per me un antenato cult perché somiglia spaventosamente a mio padre, anzi per esser più precisi mio padre somiglia a lui, che è il suo bisnonno materno.

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Il pomeriggio prima della partenza mi viene comunicata una raffica di new entry nell’albero genealogico. Per par condicio ai Rapisarda (=apri sarda=pescatori) si sono aggiunti i Rapicavoli (=apri cavoli=contadini), in un’ottica verghiana di società rurale oltre che marittima.

Non posso che condividere, alla pulizia di carne e pesce preferendo sempre quella degli ortaggi.

Spinaci arricciati e terrosi, coriacei pungenti carciofi, cocozza filosa e molliccia, cipolla urticante. Purché non si mettan le mani nel sangue.

All’arrivo dopo aver sorvolato la Sicilia natìa l’aereo effettua una boucle inattesa sul mare davanti a Catania, per il terrore dei neofiti me compresa. Apprenderò poi che è la prassi normale; ciò non toglie. Ma in fondo morire annegati o schiantati che differenza fa?

Nella piazza della stazione di Catania calura torrida, attesa bus in stile Bombay nel monsone polveroso.

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L’Autista barbuto e sudato convoca: “Nicolosi!”, poi si giustifica del ritardo perché “è andato a sciacquarsi”. Display solo decorativi, l’annuncio della destinazione viene fatto a voce.

Nicolosi molto gradevole, ma tutta in salita, per l’entraînement del gene-capra.

I nicolositi disdegnano la toponomastica e utilizzano poco le categorie destra/sinistra, prediligendo spiegazioni gestuali accompagnate da riferimenti tipo “dove c’è la casa gialla” “sopra il bar”, “vicino alla farmacia”, che mi proiettano in una serie di giri a vuoto in salita e discesa.

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Al cimitero ritrovo 2 antenati diretti e 2 collaterali, con lapidi, foto e tutto. Bella emozione, soprattutto per nonno Turi Montesanto e per Nonna Apache Mariastella Barbagallo. E anche per il prozio Cristoforo Montesanto Barbagallo, longevo e imponente.

Il mio avo tutelare è in po’ invecchiato rispetto alla foto che ho io, come prosciugato, scopro infatti che è morto a 94 anni nel 1905.

Nonna Stella invece è la stessa che nella foto che ho io, leggo le date e infatti è morta nel 1890, il 28 gennaio.

Se n’è andata lei e dopo una settimana è arrivata la sua prima nipote, Margherita Pellegrino, mia nonna pittrice.

Figura centrale in questa storia di perdite e vuoti da colmare.

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